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Nella valle del Torrente Fantella

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LA VALLE DEL FANTELLA

Risalendo la valle del fiume Rabbi lungo la provinciale, dopo Strada S. Zeno, al Km 32, si giunge al borgo Ponte Fantella che geograficamente corrisponde all’immissione del torrente Fantella e della corrispondente valle nel Rabbi (affluente di destra).

Risalita della valle dal lato orografico di sinistra

La strada che risale la valle, parte dal lato sx della provinciale, dopo il ponte sul Rabbi, al km 32+800.

La valle, abitata fin quasi alla fine del secolo scorso, ora stupisce per il silenzio; solo isolati insediamenti sono ancora attivi lungo la vecchia sterrata che si snoda sul lato orografico di sinistra. Giù a valle c’è la Pieve di Fantella (foto N. 01) e poi, man mano che si risale il torrente, si incontrano S. Eufemia (37), S. Agata (57) e S. Maria (50). Fin dall’anno mille due castelli ne controllavano gli accessi: di quello a valle, distrutto da un terremoto nel XIII secolo, non rimane segno alcuno; di quello a monte è rimasta solo la torre, la Torre di Montalto (53 , Uscita 013 , Uscita 053 e Uscita 263) a 809 m s.l.m.

Dopo l’imbocco, una salita in poco meno di 1 Km guadagna i 414 m di Fantella (66).

"FANTELLA nella valle del Rabbi in Romagna. Casale con parrocchia (S: Maria) nella Comunità Giurisdizione e a 4 miglia toscane a ponente di Galeata, Diocesi di Bertinoro, Compartimento di Firenze. La chiesa di questo casale posta sulla ripa destra del fiume Rabbi, fu di padronato della badia di S. Ellero a Galeata, cui venne confermata dal pontefice Eugenio IV con bolla degli 11 marzo 1438. La parrocchia di S. Maria a Fantella conta 214 abitanti."
Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana Vol. II - Firenze 1835.

"FANTELLA (Santa Maria di), parrocchia del comune di Galeata, diocesi di Modigliana con 300 abitanti, dei quali 49 concentrati nel borgo di Fronticella. Trovasi 6 chilometri circa a ponente-maestro di Galeata presso la foce del torrente Fantella, uno degli affluenti di destra più importanti del fiume Rabbi. Antico giuspatronato della vicina Abbazia di Sant’Ellero, Villa Fantellae et Fronticellae nel 1371 conteneva 6 focolari ed apparteneva a un certo conte Ostasio Ciapetani."
Emilio Rosetti, La Romagna - Geografia e Storia Ulrico Hoepli Editore, Milano 1894.

Da Fantella comincia un tratto di strada bianca di circa 8,5 Km che mantenendosi a mezza costa rispetto al sottostante torrente, porta a diverse case rurali (alcune abitate, altre ristrutturate ed utilizzate come seconda casa (63)) e alla chiesa di S. Eufemia (59-61), fino a raggiunge la frazione di Montalto.

"EUFEMIA (S.) di MONTALTO nella valle del Rabbi in Romagna. Casale con chiesa parrocchiale nella Comunità e a 3 miglia toscane circa a levante-grecale di Premilcore, Giurisdizione di Galeata, Diocesi di Bertinoro, Compartimento di Firenze. Risiede in costa sopra il torrente Fantella a mezza via fra Premilcore e Galeata. La parrocchia di S. Eufemia conta 159 abitanti."
Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana Vol. II - Firenze 1835.

A Montalto in corrispondenza della chiesa di S. Agata (55-57) si raggiunge un bivio: svoltando a destra si ritrova un’asfaltata che porta a Premilcuore, proseguendo diritto, dopo una breve discesa fino al ponte sul torrente, si sale fino a 751 m, ai piedi del Monte Prignolaia.

Si entra così nella valle del Bidente ed in 4 Km di discesa abbastanza sconnessa si raggiunge l’abitato di Camposonaldo; da qui per un’asfaltata di circa 3 Km si arriva a Santa Sofia.

"MONTALTO DI PREMILCUORE IN ROMAGNA

Tre popoli della Valle del Rabbi, compresi nella stessa comunità di Premilcuore, portano il nomignolo di Montalto (S. Agata di Montalto, S. Eufemia a Montalto e S. Maria a Montalto) nella Giurisdizione della Rocca S. Casciano, Diocesi di Bertinoro, Compartimento di Firenze. Si trovano tutti questi tre popoli sopra uno sprone settentrionale dell’Appennino che scende dal monte Arsiccio fra il Rabbi e il torrente Fantella, fra il capoluogo di Premilcuore che gli resta a ponente e la terra di Galeata che siede al suo levante grecale. Spettavano tutti ai Conti Guidi di Romena, quando nel 5 settembre 1421 gli uomini di Montalto si sottoposero al dominio della Repubblica Fiorentina con capitolazioni favorevoli. Alcune chiese di questo Montalto furono date in patronato alla badia di S. Benedetto in Alpe - (ANNALI CAMALD.). D’allora in poi uno dei tre popoli di Montalto prese il distintivo di Montalto nuovo, siccome apparisce da un istrumento del 16 giugno 1447, col quale gli uomini del comune di Montalto nuovo investirono un loro sindaco della procura per offrire a nome di essa comunità il consueto palio ai priori delle arti e gonfaloniere di giustizia della città di Firenze nella mattina della festività di S. Giovanni Battista. –(ARCHIVIO DIPLOMATICO FIORENTINO Carte dell’Arch. Gen.) Nel .… la parrocchia di S.Agata a Montalto contava 93 abitanti. La parrocchia di S. Eufemia a Montalto noverava 159 abitanti 24 dei quali entravano nel territorio della Comunità di Galeata. Il popolo di S. Maria a Montalto in quell’anno ascendeva a 165 abitanti."
Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana Vol. III - Firenze 1839.

"MONTALTO o MONTE ARDONDO, frazione del comune di Premilcuore con 559 abitanti sparsi per la montagna, 2 chilometri a levante di Premilcuore. Nel 1371 Castrum Montis Altis Novi con rocca forte e 22 focolari era posseduto dalla contessa Giovanna Aloisii."
Emilio Rosetti, La Romagna Geografia e Storia Ulrico Hoepli Editore, Milano 1894.

TORRE DI MONTALTO
E’ quello che resta dell'antico castello di Montalto (53 , Uscita 013 , Uscita 053 e Uscita 263).
La vallata era dominata nella sua parte terminale dal Castello di Montalto, ora semplicemente chiamato "La Torre". In realtà era un potente castello - di cui oggi rimane solo il maschio - circondato da forti mura, che racchiudevano un'area di oltre 500 m2. La prima notizia riguardante tale castello risale al 1350 quando i Conti Guidi di Romena lo tolsero alla Chiesa Forlimpopolese. Nel 1371 era soggetto a Giovanni Aloisi e il Cardinale Anglico lo descriveva così: "…Castrum Montis Alti Novi est in quadam valle super quodam alto monte, habet roccham et turrim fortem…" (…in quella valle sopra l'alto monte, il Castello di Montalto è dotato di una rocca e di una possente torre…). Nel 1392 il castello passò a Roberto Guidi di Battifolle, al quale subentrò nel 1421 il Comune di Firenze, che, però, lo perse otto anni dopo per mano di Azzo Guidi. A lui venne tolto con uno stratagemma, riferito in una cronaca di Pedrino da Forlì. Intanto il conte Azzo tramava assieme al famoso capitano di ventura Piccinino, per tornarne in possesso.Presso l'archivio di Stato di Firenze è conservato l'originale degli Statuti del Comune di Montalto e Montebono dell'anno 1461. Sotto lo stesso titolo è catalogato un altro volumetto del 1547 col titolo "Leggi sopra li hornamenti, vestimenti, calzamenti, habiti et portamenti delli homini et donne della comunità di Montalto e Montebono", contenente interessanti norme e indicazioni sul modo di vestire di quel tempo

Risalita della valle dal lato orografico di destra
La valle si può risalire anche sul lato orografico destro tramite un agevole sentiero che ha inizio dalla Pieve di Fantella (01) e, passando accanto al lato sud del cimitero (02), arriva a una stradello che si imbocca e si percorre verso destra (CAI 335). Al bivio si va a sx in discesa verso il torrente Fantella che si attraversa su un ponte che porta alla riva orografica dx (15 min). Dopo 2,5 Km e 60 minuti dalla partenza, si arriva a Calbolano (11-19) a 422 m s.l.m.
Il borgo è costituito da strutture che lasciano intravedere una costruzione massiccia e grandiosa, un sistema fortificato appartenuto alla potente famiglia guelfa dei Calboli come il toponimo facilmente fa intuire. Il tempo, l’incuria e l’ingordigia degli umani (sono state completamente asportate la cornice di un portale (13) e la struttura di un intero camino (14)) stanno degradando questo sito in maniera vistosa.
A poca distanza dal borgo vi era il mulino di Valchiana (08) usato anche dagli abitanti di S. Eufemia in periodi di secca. Proseguendo sul CAI 335, a circa 600 m da Calbolano, sulla sx del sentiero, si incontra la Grotta delle Fate (22) in cui furono trovati oggetti preistorici ora conservati al museo Mambrini di Galeata.
In circa 20 minuti, seguendo il medesimo sentiero, si raggiungono i ruderi di Casa Trova (23-24) a 459 m s.l.m.
Nel trecento tale Francesco da Trova era a guardia del castello di Montalto; era armato con un corsaletto, un’armatura: vale a dire che la casa era prospera e lussuosa. Gli abitanti della Casa sono citati più volte fin dal 1591, come famiglie in vista, di ceto elevato; i decori rinascimentali confermano che la struttura era già lì qualche secolo prima. L’edificio infatti, presente fin dal Trecento, contava una capanna con aia, una casa d’abitazione composta da 13 camere, da terra a tetto, una adibita a granaio, una cantina, una tinaia e il resto ad uso abitativo. La struttura collocata in posizione strategica vanta anche una torre molto antica.
Testo in parte estratto da: I tesori della Valle del Fantella, Umberto Pasqui, La Voce di Romagna (Lunedì 15 Settembre 2008)

Trecento metri più avanti si raggiungono i prati di Pian Zucchero o Molino Trova (25-30); l’edificio ristrutturato (26) ha un bel portale in pietra serena con un arco a tutto sesto (28), la chiave di volta è abbellita da uno stemma con iscrizione leggibile come "1862" (29).
Proseguendo sul CAI 335 si lascia a dx il ponte sul Fantella (31) che porta a S. Eufemia; si raggiungono successivamente Casa Nuova (33), Mulinetto (34-35) sul fosso del Mulino e Campastrone (36) (ristrutturato e adibito a sede scout); quest’ultimo a 2 ore di cammino e 5,2 km di dal punto di partenza.
A Campastrone si incontra il CAI 333 che, a sx, porta, dopo circa un chilometro e mezzo, nel Sentiero degli Alpini e si va diritto seguendo questo sentiero.
Dopo mezzo chilometro si incontra, ancora completamente intatta, l’originale struttura di Montebuono (39-40), un’altra bella testimonianza di una cultura e di una vita scomparse e poi Fontanamaggio (41-43) con gli imponenti archi della stalla (42).
Si raggiungono i ruderi de La Magera (44-45) dopo 2 ore e 45 min. e 7 km complessivi di percorso. Di qui si prosegue per un largo sentiero fino a raggiungere in 1,8 km la strada (47) che a dx porta a S. Maria (48-52) e S. Agata in Montalto (55-57) mentre a sx per Spescia e Camposonaldo raggiunge S. Sofia.
A S. Agata proseguendo diritto si percorre la strada bianca che costeggia il lato orografico di sx della valle del Fantella fino a S. Maria in Fantella e alla provinciale del Rabbi, mentre girando a sinistra si percorre una asfaltata fino a Premilcuore.

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